Jeremy Holmes (1983) definisce la teoria dell’attaccamento una “teoria spaziale”: quando sono vicino a chi amo mi sento bene, dice Holmes, quando sono lontano sono ansioso, triste e solo. La teoria dell’attaccamento postula la tendenza innata a ricercare la vicinanza protettiva di una figura ben conosciuta, ogni volta che si costituiscano situazioni di pericolo, dolore, fatica o solitudine.
L’attaccamento è una relazione individualizzata con la persona che si prende cura del bambino (solitamente la madre), il cui legame non è spiegabile in termini di apprendimento o pulsione.
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La
Teoria dell’Attaccamento rivaluta la funzione sociale ed
interpersonale dei legami, dandogli un ruolo primario e non più
secondario. La ricerca del legame viene prima della necessità di
soddisfacimento alimentare (Esp. Harlow, 1958). Bowlby (1958),
superando il concetto di pulsione, ipotizza una motivazione
intrinseca al contatto sociale e parla di “benessere da contatto”. L’attaccamento
non è presente alla nascita, ma è un rapporto che si costruisce
attraverso un rapporto stabile
con una madre responsiva
e sensibile;
quella che Bowlby definisce una base sicura. La
ricerca di vicinanza di una figura ben conosciuta è una componente
di base della natura umana, universale ad ogni età. Parlando
di attaccamento bisogna distinguere tra: Comportamento
di attaccamento:
schemi comportamentali preprogrammati organizzati attorno ad una
figura specifica nella seconda metà del primo anno di vita.
Comportamenti distali (piangere, seguire) e comportamenti prossimali
(succhiare, aggrapparsi, sorridere), che hanno la funzione di
assicurarsi il contatto con la madre. Legame
di attaccamento:
risultato dell’attivazione del sistema d’attaccamento. A seconda
del diverso modo della madre di prendersi cura del bambino, questi
può imparare a relazionarsi in modo sicuro o insicuro.
E’
importante sottolineare che gli stili di attaccamento insicuri non
sono tratti patologici del bambino, ma strategie adattive alle
modalità relazionali che lo coinvolgono. Mary
Ainsworth ha classificato queste diverse strategie d’attaccamento
dei bambini utilizzando una procedura sperimentale di osservazione
standardizzata, la Strange
Situation
(1965), secondo cui si classifica la qualità dell’attaccamento del
bambino alla madre in base alla reazione del bambino al suo
allontanamento e al ricongiungimento con la madre in una situazione
di non familiarità (stress da separazione). La Ainsworth classifica
come segue le modalità in cui i bambini possono reagire durante la
Strange Situation. –
Attaccamento evitante, in
risposta ad una madre svalutante: il bambino mostra apparente
indifferenza alla separazione, evita lo sguardo ed è inibito nel
gioco. In realtà la sua frequenza cardiaca ed il dosaggio di
cortisolo sono elevati. –
Attaccamento sicuro, in
risposta ad una madreresponsiva,
stabile e sensibile: il bambino protesta alla separazione e ricerca
il genitore, ma è facilmente consolabile alla riunione. Il genitore
è interiorizzato quale base sicura. –
Attaccamento ambivalente o resistente, in
risposta ad una madre incoerente: il bambino piange e protesta alla
separazione del genitore, ma anche quando si riunisce alla madre non
placa il proprio disagio. Si osserva pianto anticipatorio per paura
che il genitore possa andar via nuovamente. –
Attaccamento disorganizzato, in
risposta ad una madre in lutto o con traumi (Mary Main, 1985): il
bambino manifesta comportamenti contradditori simultanei o in rapida
successione, stereotipati o “congelati”. Sono bambini che non
riescono né ad avvicinarsi né ad allontanarsi.
Le
caratteristiche del legame di attaccamento vengono trasmesse da una
generazione all’altra; il meccanismo che spiega il riproporre delle
caratteristiche del legame prototipico con la madre nelle relazioni
successive è quello che Bowlby (1982) chiama Internal Working Models
(IWM). Gli
IWM sono rappresentazioni mentali del tipo di legame che si
costituiscono nell’esperienza con le figure di attaccamento e che
agiscono fuori dalla consapevolezza. Gli IWM sono modificabili attraverso l’esperienza; le relazioni riparano le relazioni.