In difesa della psicoanalisi

Questo breve articolo è stato ispirato dalla lettura dell’omonimo libro di Argentieri, Bolognini, Di Ciaccia e Zoja, Edito da Einaudi.

Il metodo psicoanalitico, definito anche talking cure, è basato sulla parola e consiste nel chiedere all’analizzando di esprimere liberamente tutto ciò che gli viene in mente, senza alcuna censura e di raccontare i sogni che ricorda. L’analista, quando lo ritiene opportuno, interviene interpretando quello che secondo il suo parere professionale, è il significato deducibile dalle associazioni e dai racconti del paziente. Per i bambini, il metodo delle libere associazioni è sostituito dal gioco spontaneo: l’analista interpreta il significato del gioco e lo comunica al bambino. La psicoanalisi ritiene che il recupero dei ricordi del passato abbia un valore terapeutico, e per quanti sono in grado di esprimere il proprio mondo psichico, è certamente uno straordinario strumento di cura e di autoconoscenza. Per chi preferisce non affrontare questo genere di lavoro, la psicoanalisi può adattare la sua tecnica al caso specifico proponendo ad esempio un setting vis à vis, anziché la classica posizione sul lettino e una frequenza ridotta degli appuntamenti, che in una analisi classica prevede più incontri a settimana.

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