Definizioni:
Pet: animale domestico, animale favorito
To
pet:
spupazzare, coccolare, pomiciare, accarezzare;
da
cui, petting o pet name, ovvero vezzeggiativo
Therapy: terapia. Il termine terapia deriva dal greco θεραπεία (therapeía) e ha il significato di cura. Essa solitamente segue una diagnosi e si occupa del trattamento di malattie e ferite, dei metodi usati per la loro guarigione e per alienarne i sintomi. Le terapie sono misure aventi lo scopo di: riportare uno stato patologico a uno stato sano o rendere sopportabile la manifestazione di sintomi disagevoli.
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La
Pet Therapy è una terapia dolce, basata sull’interazione uomo-animale, che integra, rafforza e coaudiva le tradizionali terapie, mirando al miglioramento comportamentale, fisico, cognitivo, psicosociale e psicologico-emotivo delle persone cui è rivolta. La Pet Therapy può essere pertanto definita co-terapia, in quanto affianca le terapie tradizionali, rivolgendosi alle persone e non alle loro malattie.
La sua storia ha radici molto
lontane nel tempo, anche se è solo nel 1953 che il Neuropsichiatra
Infantile Boris Levinson, osservando casualmente l’effetto positivo
dell’interazione del suo cane con un piccolo paziente autistico coniò
il termine Pet Therapy. Le osservazioni del medico si estesero ad
altre situazioni, fino a poter constatare che prendersi cura di un
animale può calmare l’ansia, trasmettere calore affettivo ed aiutare
a superare stress e depressione.
Bisogna aspettare gli anno
Novanta, perchè la Pet Therapy arrivi in Italia nell’occasione di
due convegni sul rapporto uomo-animale ed il valore terapeutico degli
animali.
Che il cane sia il miglior amico
dell’uomo non è un luogo comune, ma un’idea oggi condivisa basata
sul fatto che i cani sono in grado di leggere il linguaggio non
verbale delle persone e di percepirne, anche attraverso le secrezioni
ormonali, i diversi stati emotivi e rispondervi con affetto, senza
giudizio e con autentica generosità. I cani quindi come strumento
per favorire l’affettività, l’empatia e la socializzazione.
Non è solo il cane però che può
essere coinvolto in tal senso. Furetti, gatti, conigli, asini,
cavalli sono alcuni ulteriori esempi di possibili co-terapeuti. Non
esistono infatti specie più adatte di altre, ma situazioni e persone
per cui può essere più indicata la scelta di un pet piuttosto che
un altro.
Fare Pet-Therapy non è però
qualcosa che si può improvvisare, e così come l’animale coinvolto
deve avere alcune caratteristiche quali benessere igienico sanitario,
perfetta socializzazione, prevedibilità, affidabilità, docilità ed
adattabilità al contesto; anche il conduttore dell’attività deve
essere adeguatamente preparato. Essenziale è che alla base di
qualsiasi progetto vi sia un’equipe multidisciplinare composta almeno
da un esperto in Pet Therapy, un veterinario comportamentalista ed
uno psicologo.
Escluse situazioni particolari
quali ferite aperte, rupofobia, zoofobia o allergie specifiche, non
esistono controindicazioni a questi trattamenti, ma benchè non sia
necessaria una prescrizione medica credo che questa, come qualsiasi
altra attività rivolta alla persona, vada gestita con attenzione,
serietà e con grande cura, oltre che per il fruitore anche per
l’animale coinvolto, che è normalmente di proprietà del conduttore.
Chi vive o ha vissuto
quotidianamente con un pet, sa che stringere un legame affettivo con
lui comporta una grande gioia e dona molto affetto; la perdita del
proprio pet è quindi un inevitabile dolore che, come ogni
separazione, può essere anche un’apertura verso il futuro. Voglio
concludere condividendo alcune toccanti parole del poeta londinese
Lord Byron:
“In questo luogo è deposta la spoglia di uno che fu bello senza vanità, forte senza insolenza, coraggioso senza ferocia. Egli possedeva tutte le virtù dell’uomo, senza i suoi vizi. E questa lode, che non sarebbe che una bugiarda adulazione se ne fossero oggetto resti umani, non è invece che il giusto omaggio alla memoria di Boatswain, un cane che nacque a Terranova nel Maggio 1803 e morì a Newstead Abbey il 18 Novembre 1808. Queste pietre segnano il posto di un amico. Uno solo ne ho conosciuto e qui riposa.”